Ricamo: le trapunte Changi
fili di dolore e di speranza
a cura di Giannina Case • Corso di formazione
Il corso è dedicato a principianti o a coloro i quali desiderano approfondire le tecniche di ricamo. Nel corso delle lezioni, saranno fornite nozioni di base su tessuti e materiali, preparazione del lavoro, gli orli, i disegni, l’interpretazione, la scelta dei colori. Saranno inoltre spiegati, dimostrati ed elaborati praticamente diversi punti base (erba, catenella, ecc), punti di fondo (ombra, ecc), traforati (inglese, intaglio), sfilature (a giorno, gigliuccio, ecc), intaglio, punto raso e altri ricami su stoffa.
Giannina Case
Appassionata di ricamo fin da bambina, ha approfondito la tecnica frequentando la scuola di ricamo di Belluno e diversi corsi condotti dalla nota ricamatrice friulana Antonietta Menossi e la docente Bruna Marcadla presso l’Università delle LiberEtà del Friuli Venezia Giulia. Ha studiato e sperimentato da autodidatta nuovi punti e nuove tecniche leggendo riviste specializzate. Attualmente insegna ricemo presso Università delle LiberEtà del Friuli Venezia Giulia.
Carmen Romeo
Ricercatrice, saggista, esperta di storia della tecnologia tessile. Membro del CIETA – Centre International d’Etude des Textiles Anciens di Lione (Francia). Docente, dal 1974 al 2011, della Scuola Statale Media Superiore Italiana.
Ha pubblicato saggi, partecipato e coordinato progetti, mostre d’arte ed eventi a livello nazionale ed internazionale.
FILI DI DOLORE E DI SPERANZA
Durante la Seconda guerra mondiale, quando il 15 febbraio 1942 Singapore si arrese all’esercito giapponese, all’improvviso la realtà cambiò radicalmente. Incertezza e paura travolsero migliaia di famiglie provenienti dalla Gran Bretagna, dalla Danimarca, dall’Australia e dal Canada, i quali si erano trasferiti in Estremo Oriente con la prospettiva di un buon lavoro.
Medici, insegnanti, infermiere, suore, missionari, poliziotti, abituati a condurre una vita agiata, furono rastrellati e costretti a marciare fino all’estremità orientale dell’isola con destinazione: la prigione di Changi.
Era l’inizio di un incubo: separazione, sovraffollamento, denutrizione, violenze, incertezza, mancanza d’igiene, annullavano l’identità personale e determinavano reazioni di rabbia, frustrazione e autodistruzione.
Un gruppo di donne però riuscì a reagire, e con coraggio, tenacia e astuzia creò uno spazio dove ci si poteva sentire ancora vivi. Le prigioniere Elizabeth Ennis e Trudie van Roode divennero capofila di un gruppo di ragazze e bambine dove si praticava l’arte del patchwork.
Pian piano prese forma l’idea che si potevano produrre delle trapunte/quilt da far pervenire al campo degli uomini per dar conforto agli ammalati.
La messa a punto del piano, che si poneva come primo obiettivo la possibilità di comunicare con i propri famigliari, si deve a Ethel Mulvany, di origine canadese, che propose la realizzazione di tre trapunte identiche di forma e fattura: una inglese, una australiana e una giapponese, quest’ultima strategicamente proposta per convincere i carcerieri che il fine era puramente umanitario.
Ogni trapunta misura circa cm. 120 x 195 e consiste in una scacchiera composta da 66 quadrati di tela di cotone di cm. 15 x15, disposti in file di 6. La trapunta inglese è conservata a Londra presso il Museo della Croce Rossa Britannica, le altre due si trovano presso l’Australian War Memorial di Canberra.
Le tre trapunte Changi rappresentano un frammento di storia, sono un esempio di forza e resilienza, dove le donne ci hanno messo il cuore e la faccia, utilizzando un’ arma gentile come il ricamo per fronteggiare le umiliazioni e vincere la paura di essere dimenticate.
Ricamo: le trapunte Changi
fili di dolore e di speranza
CORSO DI FORMAZIONE
Dieci lezioni a partire
da mercoledì 31 gennaio 2024
dalle 15.30 alle 18.30
La partecipazione al laboratorio è riservata ai soci CIRT a.p.s. iscritti e in regola con il versamento della quota annuale
Il laboratorio si svolgerà presso Casa delle Donne “Paola Trombetti” Via Pradamano, 21 • 33100 Udine
Per informazioni e prenotazioni: cirt.info.associazione@gmail.com • +39.333.5681801
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